Depressione, caratteristiche e terapia cognitivo-comportamentale - Studio Cambia Menti

Depressione: caratteristiche e terapia cognitivo-comportamentale

La depressione è una forma di sofferenza psichica che si manifesta, in generale, con uno stato d’animo di profondo dolore o tristezza e una mancanza di energia e di voglia di fare le cose. Può colpire una persona ogni venti, durare a lungo e, in una persona su due, si ripete più volte.

Si tratta di una malattia che crea molte difficoltà nella vita sociale, personale e lavorativa di chi ne soffre, per questo motivo non è utile incolpare o dire a chi soffre di impegnarsi, di metterci tutto sé stesso per stare bene.

I sintomi principali della depressione maggiore sono umore depresso e perdita di interesse nel fare le cose; insieme a questi possono comparire disturbi dell’appetito e cambiamenti di peso, disturbi del sonno, stanchezza, difficoltà di concentrazione e di memoria, disturbi della velocità dei movimenti e dei pensieri, senso di colpa e idee di morte. Inoltre, sono frequenti anche sintomi d’ansia, come palpitazioni, nodo alla gola e tremori. Tra le componenti psicologiche che contraddistinguono la depressione sono ricorrenti la ruminazione mentale (continuo e ripetitivo interrogarsi), il ritiro (riduzione o evitamento dei contatti sociali), autovalutazione negativa (tendenza a denigrarsi e a valutarsi come inutile), negativismo (fare previsioni negative sul mondo e sul futuro).

Da un punto di vista epidemiologico, in più della metà dei casi, la depressione si manifesta per la prima volta tra i 20 e i 30 anni e, in 28 persone su 100, prima dei 18 anni. I dati sulla guarigione affermano che a distanza di un anno, se curata, questa forma di sofferenza psichica in 50 pazienti su 100, guarisce completamente e in altri 20 pazienti su 100, si attenua molto.

I fattori di rischio riguardano situazioni ambientali, psicologiche e biologiche che aumentano la probabilità di una persona di ammalarsi. In questi casi, in chi è sensibile alla depressione,se lo stress supera le capacità di tolleralo,possono cominciare i sintomi e si può avere uno squilibrio di alcuni neurotrasmettitori. Tuttavia, per curare la depressione è necessario non solo equilibrare alcuni neurotrasmettitori con i farmaci, ma anche rendere più forte la persona di fronte allostress con interventi psicologici e psicoterapeutici.

La terapia cognitivo-comportamentale è uno degli approcci che maggiormente si utilizza nella cura della sofferenza depressiva e si differenzia dagli altri modelli in quanto lavora sui modi in cui la persona interpreta, reagisce e valuta le esperienze della sua vita e sé stesso. Questa terapia si basa sull’individuazione e modificazione dei pensieri e delle convinzioni negative della persona, grazie all’aiuto del terapeuta. La regolazione dell’umore e la sintomatologia dipendono, infatti, anche dalle modalità di pensiero e dal comportamento quotidiano della persona. Per questo motivo, lavorare su questi due aspetti, invitando il paziente a mettere in atto piccoli cambiamenti, può determinare una stabilizzazione dell’umore e una diminuzione dell’isolamento sociale, caratteristici di questo disturbo.

In questo modo, terapeuta e paziente iniziano a lavorare sul cambiamento cognitivo tramite il cambiamento comportamentale. La progressiva attivazione del comportamento consente alla persona di sentire sollievo e sensazioni positive che saranno il punto di partenza per un fondamentale cambiamento cognitivo, ovvero riconoscere la scarsa fondatezza dei pensieri negativi su stesso, sulle sue capacità, sulla possibilità di provare piacere. Le tecniche di bravura e piacere sono, infatti, un’altra applicazione che può essere utile nel lavoro con il paziente depresso, il quale tende a rinchiudersi in circoli cognitivi del tipo “non merito di divertirmi perché non ho realizzato niente”.

Per contrastare questa convinzione negativa il terapeuta può invitare il paziente a intraprendere un’attività gratificante per un certo periodo di tempo durante il giorno e a scrivere i suoi cambiamenti di umore e i pensieri ricorrenti depressivi legati a quell’attività. La prova cognitiva, l’addestramento all’assertività, l’assunzione di ruoli, la programmazione delle attività sono le altre principali tecniche grazie alle quali il paziente, insieme al terapeuta, può trovare una via d’uscita dalla sua grande sofferenza.

BIBLIOGRAFIA

Beck A. T., Rush J. H., Shaw F. B., Emery G. (1987). Terapia cognitiva della depressione. Bollati Boringhieri, Torino, 2002.

Giberti F., Rossi R. (2009). Manuale di psichiatria. Piccin, Padova.

https://www.terzocentro.it/distrurbi-umore/depressione/

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